Vito, quando racconta, ricrea un mondo. Il mondo della sua infanzia, le radici della sua maschera emiliana. In questo recital, che ha per protagonisti donne e uomini padani, figure che sono legate alla terra e al buon cibo e quindi all’amore, si porta in scena un pezzo di quell’identità che parte da Bertoldo, passa per Zavattini e arriva fino a Fellini, quello di Amarcord. Ci sono storie vere e storie inventate; personaggi fantastici e personaggi reali. Tutti sono accumunati dall'essere surreali, dal vivere nel confine dell’assurdo. Vivere in quel mondo in cui la fame faceva fare i bambini e dove i circhi miseri di provincia erano costretti, durante le permanenze, a cucinare i leoni che, essendo magrissimi, non sfamavano nessuno.
Il menù proposto da Borgo dei Guidi: