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In Brasile, grazie al Sangiovese alla riscoperta degli emiliano-romagnoli

Per chi come noi vuole mantenere viva la fiamma delle tradizioni, della genuinità e della passione di casa, questo è senza dubbio il viaggio più emozionante e profondo fatto nell’ultimo anno.

Partiti per essere presenti all’ultima tappa del Gambero Rosso Roadshow tra le 50 migliori cantine italiane, facendo così assaggiare il Sangiovese più rappresentativo di Romagna per la prima volta al pubblico di San Paolo e di Rio de Janeiro, ci siamo lasciati prendere dall’entusiasmo e ora ci portiamo dentro un’esperienza unica, che vogliamo condividere con voi.

Grazie a Francesca, una nostra collega di Nespoli, incontriamo Amauri, membro brasiliano della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel mondo che ci mette in contatto con Vania, presidentessa dell’associazione Emiliano-Romagnoli a Rio.

Basta qualche messaggio, ancora non ci conosciamo, ma è sufficiente la parola chiave,  “la nostra regione” che una magia si accende e la voglia di rivivere e condividere le tradizioni riaffiora a galla.

Con Vania ci incontriamo al tasting a Rio del Gambero Rosso, dove ci raggiunge anche Ana, proprietaria dei 5 più importanti ristoranti italiani di Rio con suo fratello João Carlos, due “guru” nella gastronomia di qualità della città e non solo, diventati grazie alla loro passione, qualità, recupero delle tradizioni emiliano-romagnole il simbolo della cucina di prodotto e di genuinità.

Le loro storie sono così affascinanti che ci si perde tra i dettagli e la voglia di conoscere.

Ana è figlia di emiliano-romagnoli di seconda generazione. Sua nonna Maria è nata nel 1882 a Bologna e si trasferisce in Brasile da giovane, dove porta avanti la cucina di casa e la insegna a sua figlia, Anna. Ana parla di sua nonna e di sua madre con orgoglio, enfatizzando la cultura del lavoro, la grande passione per quello che si fa, il ruolo cardine della donna in famiglia, creatrice e portavoce delle tradizioni.

Ana e il fratello iniziano la loro carriera in campo economico, ma la crisi brasiliana imperversa e la necessità di aprire qualcosa di proprio si fa avanti.

Così, nel 1980 i due fratelli aprono Paparelli, ristorante a Copacabana, con ricette semplici, pasta fatta a mano ogni giorno, frutta e verdura di stagione, proprio come la nonna e la mamma hanno sempre fatto con onore e vanto. Dopo poco arriva il Fiorino, il secondo ristorante, poi L’artigiano, il Pomodorino e infine Anna.

Ana racconta con orgoglio e fierezza: “La cucina emiliano-romagnola è buona, sana, versatile, ricca, esprime tutto quello che siamo noi emiliano-romagnoli, persone autentiche e passionali, con tanta voglia di condividere la vita. Anche se io e João siamo di seconda generazione, i valori e le tradizioni sono così forti da farci brillare gli occhi e sentirci parte della stessa identità.”

Le tradizioni sono davvero così forti che tuttora la pasta è fatta a mano e preparata al momento. Nei ristoranti di Ana, nulla di pronto entra in cucina, tutto è orgogliosamente fresco. E’ una meraviglia vedere il team in cucina che fa i garganelli al pettine, chiude i cappelletti, parla di Artusi, elogia il Parmigiano, l’aceto Balsamico, i formaggi, il pane, il Sangiovese, si emoziona davanti al premio ricevuto dall’Accademia Italiana della Cucina come ristorante che rappresenta autenticamente le tradizioni emiliano-romagnole.

Anche Vania, presidentessa dell’Associazione Emiliano-Romagnoli, si racconta: la nonna di Pieve di Cento scappata dall’Italia durante la guerra, ricongiunta poi in Brasile con il marito, con un grande amore per la sua terra, i suoi usi e costumi, la sua gente, fin tanto che Vania, l’unica in due generazioni, è stata l’unica a poter tornare e scoprire la sua famiglia solo pochi anni fa, proprio grazie all’aiuto dell’associazione.

Sapori, aromi, amori, ospitalità, famiglia… grazie a tutti voi che ci avete avvolto ed entusiasmato in questo viaggio in Brasile!

Tanto bolle in pentola anche per il nostro Sangiovese per continuare a portare un po’ di emozioni nostrane nelle terre lontane e mantenere viva la fiamma e la memoria affettiva della nostra meravigliosa terra.

Brasil… Obrigada!