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Il mondo deve sapere quanto sono buoni i vini della Romagna

Traduzione dell’articolo tratto da FINE Das Weinmagazin, edizione 34 – 03/2016

Il mondo deve sapere quanto sono buoni i vini della Romagna

L’azienda vitivinicola Poderi dal Nespoli percorre nuove strade senza abbandonare le proprie tradizioni regionali.

di Uwe Kauss – Foto Thilo Weimar

Audace è il sinuoso padiglione realizzato nel 2010, luogo che accoglie la lavorazione dei vini di Poderi dal Nespoli, altrettanto audaci sono i progetti della nuova proprietà.

Si sente rimbombare il motore di una vecchia Land Rover bianca, la trazione integrale stride, metallo contro metallo. L’auto arranca e risale le viottole di campagna costeggiando angoli selvaggi, alberi e filari. La polvere riveste i vetri come una tenda, posandosi su naso, labbra e occhi. Illuminate dal sole di mezzogiorno, a breve incontreremo le vigne di Prugneto e le morbide colline su cui si alternano spighe, erba e viti. L’aria è ben oltre i 35 gradi e l’auto di servizio non prevede l’aria condizionata. La Rover è guidata da Celita Ravaioli, che di questo luogo conosce ogni fosso, ogni albero, ogni vite. Porta stivali neri, un paio di pantaloni cargo e una maglietta bianca. Il Sangiovese tradizionale, la cui crescita viene controllata qui nella zona di Prugneto, appartiene ai migliori vini dell’azienda Poderi dal Nespoli, immerso nel profondo cuore della Romagna.

Nespoli è una piccola frazione che dista circa un’ora d’auto da Bologna, situata a metà tra le spiagge del Mare Adriatico e le fresche colline dell’Appenino tosco-romagnolo. La Romagna è il territorio più orientale della regione Emilia-Romagna, rinomata zona vinicola, eppure nel mondo delle degustazioni i suoi vini non hanno finora ancora ricoperto posizioni prestigiose. Questa regione nel corso dei secoli è cambiata molto poco. Le campagne, i boschi e le vigne abbandonate si alternano tra pianure e colline di altitudine tra centocinquanta fino a trecento metri sul livello del mare, pochissimi sono i centri abitati al loro interno. Le aziende agricole con animali, cereali e vino forniscono il loro raccolto, oggi come cent’anni fa, in gran parte alle tre grandi cooperative che ne ricavano vino da tavola per la grande distribuzione. Circa duemilacento ettari rientrano nel territorio viticolo storico, i cui vini dal 2011 sono protetti in dodici sottozone come prodotti DOC. Le viti qui crescono su terreni ricchi di calcare, argilla, creta e sabbia. E da qui proviene anche il vitigno autoctono Albana, che nel 1987 è stato classificato come primo vino bianco italiano DOCG.
Tuttavia il vitigno più importante da secoli è il Sangiovese. Sulle tavole delle famiglie romagnole non si trova altro. L’espressione dialettale per indicare il verbo bere sottintende bere Sangiovese. A differenza dei vini rossi tradizionali provenienti dalla vicina regione del Chianti, i vini della Romagna sono ancora da scoprire.

Poderi dal Nespoli vuole invertire la rotta, grazie ad un team giovane, alle più moderne tecniche produttive, a un profondo legame con il territorio e grazie ad una rete vendita internazionale. Si tratta della prima tra le poche aziende vitivinicole di qualità della Romagna ad aver intrapreso questa strada con così tanta costanza.

Moderna come la cantina di Poderi dal Nespoli, si presenta anche l’annata 2013 che matura in botti di legno e in barrique. Tuttavia anche le annate degli anni ’70 e ’80 dei Fratelli Ravaioli hanno avuto i loro estimatori.

Il Bisnonno di Celita, Attilio Ravaioli, gestisce a Nespoli l’unica trattoria presente e produce vino, come nei secoli scorsi. Acquista le uve dai contadini vicini, le trasformava in un vino semplice che poi vende ai suoi clienti. Gli affari procedono bene e così, nel 1929, acquista il suo primo vigneto: il Prugneto. Presto il numero dei clienti che richiedono vino Sangiovese in bottiglia aumenta. E per l’epoca non è una cosa usuale. Così decide di chiudere la trattoria e fonda l’azienda vitivinicola sulla collina vicino al fiume, iniziando a riempirsi le bottiglie da solo. Si tratta di qualcosa di sensazionale che nessuno ha mai fatto prima.

Celita Ravioli vive ai piedi di Prugneto con la sua bambina in una casa in pietra viva, senza intonaco, con un grande giardino rivolto direttamente verso le vigne. Non ci sono vicini. Dalla terrazza può ammirare il risultato del proprio lavoro: è lei che, dopo tre generazioni, si occupa della parte esterna dell’azienda, che attualmente conta cinquanta ettari di vigne di proprietà e ulteriori cento ettari di uve acquistate dai contadini a contratto. Celita non ha intrapreso un percorso universitario, ha appreso tutto da suo padre, che a sua volta aveva imparato da suo padre. Alla fine del diploma, nel 2000, inizia a lavorare nell’azienda di famiglia. “Imparavo da mio padre la gestione della cantina e intanto aspettavo l’arrivo dell’uva. Ma io ero attratta solo dalle viti, dalla loro crescita, dai vigneti. Posso lavorare solo all’aria aperta.”

Una struttura elegante e sinuosa in legno, vetro e acciaio ha regalato un ampio spazio alla produzione ultramoderna del vino. Dal 2010 nella nuova struttura si effettua una produzione di circa un milione di bottiglie all’anno. La trasformazione avviene in nuove cisterne di acciaio, in grandi botti in legno e in barrique. L’imbottigliamento avrebbe un potenziale di tre milioni di bottiglie, segno che la nuova proprietà ha investito nel futuro. All’epoca la famiglia Ravaioli si ritrova a dover affrontare una decisione difficile. I vini in Regione godono di un’ottima reputazione, ma per portare avanti l’attività sarebbe necessario un ingente investimento. A questo punto Celita, suo cugino Fabio e il resto della famiglia pensano di interrompere l’attività dell’azienda. Ma succede qualcosa. La famiglia Martini, originaria della vicina città di Forlì, ne acquisisce la maggioranza apportando capitale in azienda. La loro azienda italo-anglo-tedesca MGM (l’acronimo sta per Martini, Gabb e Mack) ha all’attivo la vendita di circa ventisette milioni di bottiglie all’anno con etichetta propria all’interno di catene commerciali in cinquantacinque Stati. La famiglia Martini ha investito dieci milioni di euro col fine di modernizzare le strutture dell’azienda Ravaioli rendendole più ecologiche: nelle vigne è stato inserito un sistema di raccolta delle acque che poi vengono ridistribuite, l’impianto di condizionamento funziona quasi esclusivamente ad energia solare, riutilizzando anche il calore ceduto.

La famiglia Martini detiene il settanta percento delle quote, mentre la famiglia Ravaioli solo il venticinque percento. “Apprezzavamo molto i vini dei Poderi dal Nespoli, ma non ci conoscevamo personalmente. Quando abbiamo capito che era possibile subentrare, ne abbiamo parlato insieme, come persone che provengono dallo stesso luogo e vogliono sostenere la propria regione. Il mondo deve sapere quanto sono buoni i vini qui.” afferma Marco Martini, precedentemente attore in una rappresentazione pasoliniana alla Volksbühne di Berlino. “Ma questa era la mia vita precedente”. Nel frattempo ha conseguito un Master in Enologia e dopo l’entrata della sua famiglia in azienda, ha assunto la guida di Poderi dal Nespoli: “Per me era fondamentale che il know how incontrasse la nostra tradizione, che i giovani indagassero il sapere antico in modo da poterlo portare avanti.”

La stessa ambizione di Marco Martini la ritroviamo nei metodi di trasformazione dell’azienda vitivinicola della Romagna, fondata dal bisnonno di Fabio (con cappello) e Celita nel 1929.

Ad oggi i vini di punta dall’antico vitigno Sangiovese sono integrati con Merlot e Cabernet Sauvignon, così come i vini bianchi tradizionali Trebbiano e Albana sono integrati con Chardonnay ormai autoctono da quasi quarant’anni e Sauvignon Blanc e Pinot bianco.

La vista del panorama bucolico della Romagna è invitante come l’ambiente moderno della sala degustazione del Poderi dal Nespoli, ricco di legno e bottiglie.

“Il nostro centro rimane il Sangiovese. La Romagna non è una regione di vini bianchi, anche se i terreni si prestano benissimo. Il vino bianco sarà il nostro progetto per il futuro. Vogliamo scoprirne il potenziale e mostralo al mondo intero” ci racconta Marco Martini descrivendo la sua nuova idea per il futuro.
Nell’ala produttiva dell’azienda la responsabilità dei vini è affidata alla trentenne enologa cilena Maria Soledad Lang insieme al suo collega piemontese, il trentaduenne Piergiuseppe Grimaldi. Si avvalgono delle tecniche più antiche per estrapolare le peculiarità del Sangiovese: “Agli estranei ciò che noi facciamo qui sembra piuttosto illogico. Eppure è tutto molto sensato”, afferma Maria Soledad stupendosi lei stessa del suo processo di apprendimento. Ad esempio in questo modo i raspi vengono rimossi dalle cisterne già durante la fermentazione. “Quando cadono dai chicchi, allora è tempo. Appoggiando i raspi alla lingua riesco a capire. Se hanno un sapore amaro e forte, li togliamo. Questa è una tecnica del luogo, che fa bene al vino e bilancia il tannino. Funziona benissimo. Frutto, acidità e tannino si amalgamano al meglio.” La varietà Prugneto è prodotto da un unico vitigno, e prevede anche un’edizione limitata, e come gli altri vini della serie Premium, riporta un’etichetta ritrovata dal nonno di Celita Ravaioli in Costa Azzurra. “Mio nonno si trovava davanti alla boutique di Brigitte Bardot. La collezione era troppo costosa, ma aveva deciso di acquistarne un pezzo per mia nonna. La carta in cui era avvolto il vestito conteneva un’iscrizione che mio nonno trovò molto elegante e alla moda. Ne fu talmente entusiasta che decise che anche il suo vino sarebbe stato così. Pensò a un’etichetta simile alla confezione di Brigitte Bardot. E noi oggi continuiamo ad usarla così.”

Celita Ravaioli guida l’auto lungo un pendio scosceso, si ferma, salta fuori, sfiora le foglie di una vite. “Mio nonno mi ha detto: Ogni vitigno e ogni vite raccontano una storia. Noi dobbiamo solo saperla leggere e saperla capire. Ecco perchè per me questo contatto è fondamentale. Devo toccare, tastare, ammirare i colori, assaggiare.” In tutto il vitigno inoltre ha inserito strumenti di misurazione lungo una superficie di circa venti chilometri. I sensori riportano i valori di temperatura e umidità, che Celita registra ogni giorno. Ci sono inoltre otto suoi giovani colleghi che lavorano con lei all’esterno, al caldo e in condizioni faticose. In fase di assunzione, ha prevalso un aspetto fondamentale: “Ogni persona deve essere in grado di parlare dialetto del luogo in modo da poter parlare con le persone anziane. Gli anziani non parlano italiano, solo dialetto. Il Sangiovese ad esempio qui si chiama Sanzveis. Ma conoscono a fondo i vitigni e tutte le loro peculiarità. I miei colleghi devono poter capire.” Così Celita Ravaioli prende le sue decisioni. “Sono in grado di riconoscere ogni singola vite dalle foglie. E l’ho imparato da mio nonno. Da bambina provavo a metterle in ordine in modo corretto finchè non le ho imparate tutte. Da lui ho imparato anche a riconoscere se la vite è in salute e di cosa ha bisogno.” Il Sangiovese di suo nonno e suo padre erano ruvidi e primitivi. Ora il carattere del vino è cambiato senza interrompere la tradizione: “Oggi le influenze del legno sul vino sono ridotte e il suo carattere è più elegante e fine, anche se tutto ciò comporta un duro lavoro.”
Celita Ravaioli accelera. L’auto rimbomba, il sentiero ripido porta le sospensioni al limite. Giù, lungo la strada principale vicino al fiume il controvento soffia via la polvere dal vetro. Celita deve ispezionare ancora il Pinot Bianco, il Merlot e il Sangiovese delle viti laggiù. Solo quando il sole tinge di rosso il cielo dell’ovest Celita può tornare alle viti di Prugneto, verso casa.

Quando parliamo dei nostri vini, prima di tutto raccontiamo le storie delle nostre terre: L’Emilia-Romagna, Regione nel nord-est dell’Italia. Poderi dal Nespoli si trova in Romagna, sulle colline forlivesi, lì dove l’Appenino toscano incontra l’Adriatico. Qui matura il nostro vino che rispecchia tutti gli aspetti di questa terra generosa e sincera. L’azienda vitivinicola è stata fondata nel 1929 dalla famiglia Ravaioli e gestita oggi dalla quarta generazione. Poderi dal Nespoli produce da quasi un secolo vino Sangiovese di alta Qualità che completa alla perfezione la celebre e apprezzata cucina regionale.

Fonte di riferimento Germania
www.weinwelt.de